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TURBATIVA D’ASTA E SPRECO DI SOLDI DEI CITTADINI TOSCANI: I DIFFICILI MOMENTI PER IL GOVERNATORE DELLA TOSCANA

NON BASTAVA LO SPRECO DI SOLDI DEI CITTADINI TOSCANA, ENRICO ROSSI INDAGATO PER TURBATIVA D’ASTA 

Giorni difficili per il governatore della Toscana, Enrico Rossi in primis il “problema mascherine”, sollevato anche dal Consigliere Regionale Jacopo Alberti che ne ha richiesto le dimissioni e oggi in consiglio regionale la Comunicazione di Giunta chiesta dal Portavoce dell’opposizione sulle indagini in cui sono coinvolti anche dipendenti di Estar.

“Ho chiesto le dimissioni di Rossi e la sospensione di coloro che sono indagati fino a conclusione dell’inchiesta in corso – dice il Portavoce dell’opposizione Jacopo Alberti – in queste ultime settimane sono emerse, grazie alle indagini delle forze dell’ordine, delle carenze nei controlli inaccettabili e non giustificabili con l’emergenza Coronavirus. Certo non si è colpevoli fino al terzo grado di giudizio, ma se c’è il sospetto che siano state commesse irregolarità o leggerezze, bisogna necessariamente prendere provvedimenti. Ho voluto portare la questione della truffa delle mascherine cinesi in aula con la richiesta di comunicazione della Giunta, protocollata venerdì all’indomani del blitz della Guardia di Finanza a Prato, proprio perché questa vicenda merita di essere affrontata di fronte al Consiglio e ai cittadini. Non si tratta solo di una truffa ai danni dello Stato, ma anche di una truffa ai danni dei toscani, che ci è costata milioni di euro”.

“Ho protocollato ieri pomeriggio un atto in cui, di fatto, chiedo le dimissioni di Rossi, che ha utilizzato, fin dall’inizio dell’emergenza, la distribuzione delle mascherine gratuite da parte della Regione solo come mezzo propagandistico. E nonostante gli allarmi e le segnalazioni che arrivavano anche dai cittadini, non ha provveduto a controllare chi davvero produceva le mascherine toscane. Mi sembra che ci siano state delle gravi inadempienze, che hanno portato a bruciare, tra mascherine cinesi e ventilatori fantasma, qualcosa come 50 milioni di euro dei cittadini toscani. Oggi in aula ci aspettiamo delle risposte – conclude Alberti – e visto il disastro causato, le dimissioni di Rossi”.

Ma non finisce qua: questa mattina la notizia che lo vede indagato per turbativa d’asta sul caso TPL per la sua intervista del novembre 2015  nella  quale affermava l’aggiudicazione a Autolinee Toscane a scapito del consorzio Mobit, nonostante la gara non fosse ancora chiusa, oltre a lui altri 6 indagati: 2 dirigenti regionali Riccardo Buffoni e Ivana Malvaso dell’area trasporti e dell’ufficio gare, l’intera commissione che decretò l’aggiudicazione: Mario Sebastiani, Patrizia Lattarulo, Gabriella Rolandelli e Stefano Pozzi.

La risposta del Governatore è stata da lui stesso pubblicata sulla sua pagina Facebook, di cui riportiamo i passaggi principali:

 “Accuse infamanti e ridicole dalla cordata che ha perso”. “«Questa associazione di imprese – sottolinea il presidente – non solo ha strumentalmente usato la giustizia amministrativa perdendo regolarmente tutti i ricorsi, facendo così ritardare il contratto con l’impresa vincente e quindi la partenza del servizio ma, come ultimo colpo di coda per bloccare le regolari procedure, ha fatto anche un esposto alla procura mettendo sotto accusa oltre a me, l’intera commissione regionale e i dirigenti del settore mobilità”. “Le accuse sono infamanti e ridicole. Aspetto il momento giusto per procedere a querelare i calunniatori a cui consiglio di prepararsi a pagare per le loro diffamazioni”. “Per quanto mi riguarda l’accusa è di avere rilasciato, il 13 novembre 2015, dichiarazioni sull’esito provvisorio della gara, prima della sua conclusione formale. In realtà, coloro che hanno presentato l’esposto nascondono il fatto che la notizia già da un mese era di pubblico dominio e che la stampa e le agenzie nazionali l’avevano ampiamente riportata, poiché la seduta della commissione per l’apertura delle buste era stata pubblica, come prevede la legge, e quindi tutti erano a conoscenza del risultato”.

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