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CORONAVIRUS: MEDICI E INFERMIERI IN PRIMA LINEA

Questa notte un medico ci ha inviato questa sua testimonianza durante il suo turno notturno: riteniamo più che giusto pubblicarla perché sono le persone impegnate in prima linea per salvaguardare la salute di tutti noi e soprattutto per farci riflettere sulla nostra fragilità e inadeguatezza difronte a quanto ci sta accadendo.

Cari tutti,
Sono in turno, aspetto il risultato di un tampone e leggo tutta la letteratura per essere pronto alle domande di tutti, per essere pronto a difendermi e difendervi, per essere pronto a curarvi con le terapie più efficaci seppur sperimentali.
Mentre faccio tutto ciò qualcuno mi racconta di video di fuga da Alcatraz … il cosiddetto “civile” Nord.
Ecco sapete cosa penso? Che per l’Italia non ci sia più speranza, quando manca il senso civico, il senso di appartenenza, il senso di essere parte di un popolo che va tutelato specie nelle fasce più fragili, manca tutto.
E credo che solo un’epidemia od una guerra possa tentare di farci recuperare questa civiltà che è ormai irrimediabilmente persa.
È un pensiero amaro.
Non avessi qua la mia famiglia sarei già andato via, lontano, alla ricerca di uno straccio di cultura civile anche se più acerba.
D’altronde in Reparto non abbiamo né gel sterile né mascherine per tutelarci perché la solita inciviltà, con la corsa ad accaparrarsi tutto, ha svuotato gli Ospedali e i magazzini dei presidi di protezione.
Auguro a tutti coloro che partono di provare sulla loro pelle i danni che faranno ad altri innocenti.

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