CENTRI DI ESTETICA PENALIZZATI DALLA ZONA ROSSA – LE PRECEDENTI DIRETTIVE NON SONO SUFFICIENTI
I centri di estetica nuovamente penalizzati dal DPCM che ha diviso l’Italia a colori. Sono passati solo pochi giorni dall’intervista che Natascia ci ha rilasciato, una Natascia sorridente, solare e con tanta voglia di far belle le sue clienti.
Da venerdì tutto è nuovamente cambiato. Abbiamo chiamato Natascia e la telefonata è diventata un accorato appello.
PRESIDENTE CONTE… C’E’ POSTA PER LEI
“Sono passati appena sei mesi dalla mia riapertura dopo il primo lockdown.”
“Dopo la grande paura tutte noi estetiste speravamo nella rinascita e quindi non ci siamo fatte spaventare dalle corse per riaprire prima possibile, in linea con le nuove direttive.”
“Ci siamo rimboccate le maniche e aperto i portafogli, ormai quasi vuoti, abbiamo acquistato tutto il necessario, anche se la nostra categoria già utilizzava tutto il materiale monouso per le nostre clienti.”
“Abbiamo comprato le mascherine, termometri per misurare la temperatura, registri per prendere nota di chi entrava nei nostri centri. Abbiamo pulito, sanificato e organizzato i nostri locali per renderli sicuri per noi e per le nostre clienti.”
“Eravamo consce del fatto che sanificare le cabine e arieggiarle dopo ogni servizio, occorreva tempo che avrebbe penalizzato il numero degli appuntamenti, e che invece dell’uniforme da estetista tra guanti, mascherina e visiera sembravamo quasi astronauti in partenza per la luna ma tutto ciò non ci ha spaventato, l’importante era POTER LAVORARE.”
“E lo abbiamo fatto, con il sorriso di chi è felice. Per sei mesi. E adesso…? Adesso quasi tutta l’Italia è “zona rossa”. E i nostri centri di estetica dobbiamo chiuderli perché noi non siamo essenziali.”
“L’associazione mi ha inviato una mail venerdì 13, la scaramanzia non aiuta, informandomi che da oggi e FINO A DATA DA DESTINARSI entrando in zona rossa, dovevo nuovamente chiudere.”
“Il buio è di nuovo sceso, devo chiudere perché non sono essenziale e soprattutto perché con i servizi che offro non posso mantenere le nuove misure di sicurezza.”
“La disperazione si è impadronita di me… Le domande si sovrappongono nella mia testa. Mi chiedo perché devo chiudere se ho cambiato completamente il mio modo di lavorare? Ho sanificato, ho registrato, eseguito i miei servizi in sicurezza … a cosa è servito?”
“Perché non ci hanno detto di limitare alcuni servizi come massaggi, pulizia del viso, trucco lasciandoci almeno fare le manicure? Avere le mani in ordine è meno importante di una permanente o rifare il colore ai capelli? Altra cosa non meno importante: nessuno si ricorda di quanto “lavoro nero” nella nostra categoria è emerso durante il precedente lockdown?”
“Quali sono state le misure attuate dal governo nei sei mesi in cui hanno dato il “bomba libero tutti”? Potevano organizzare meglio i trasporti, e le strutture ospedaliere, riorganizzare il rientro nelle scuole … e invece? Una serie di bonus inutili che ancora mi chiedo a cosa siano serviti.”
“Quali agevolazioni ci ha dato il Governo? Aiuti che, per chi è riuscito a prenderli, sono stati poco più di un’elemosina e oggi nuove scadenze fiscali che nessuno può permettersi il lusso di non pagare!”
“Da venerdì sono 1000 i perché che mi pongo e potrei continuare per giorni interi.”
“Qualche giorno fa l’intervista con Fotoenotizie, che ringrazio per dare nuovamente voce alla mia disperazione, mentre all’orizzonte già si prospettava la paura della zona arancione, ma io non mi sono spaventata, sono andata avanti promuovendomi ancora per le mie clienti, che mi hanno inondato di messaggini incoraggianti dimostrandomi il loro grande affetto.
Adesso vorrei inviare a tutte le mie colleghe estetiste un messaggio: “Noi non siamo inessenziali! Siamo le persone alle quali le clienti si raccontano, si confidano come se fossero da uno psicologo, e che le rendono più belle e sicure di se stesse… caro Giuseppe… siamo davvero inessenziali?”
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