Pianeta Mamme & Bambini – La Fisioterapista delle Mamme: Conosciamo meglio di ruolo di una fisioterapista dell’area pediatrica
Il primo approfondimento della nuova rubrica tutta dedicata a Mamme & Bambini, è dedicato al ruolo del fisioterapista dell’area pediatrica: lasciamo quindi la parola a Valentina “La Fisioterapista delle Mamme“.
I vostri commenti sull’argomento sono graditissimi e aspettiamo suggerimenti per i prossimi approfondimenti anche sulla nostra pagina Facebook.
La scrittura ha sempre fatto parte di me sin da quando ero piccola. Mi piace l’idea di scrivere per mettere giù pensieri, riflessioni da condividere e su cui confrontarsi.
Ed ecco che per cominciare questa nuova rubrica vorrei partire dal presentare qual è il ruolo di un Fisioterapista dell’area pediatrica e la sua relazione con le famiglie.
Per molti anni quando dicevo qual era il mio lavoro le persone intorno non riuscivano a capirlo bene, tutte mi dicevano: “che bello, sai quante risate e quanti giochi”!
In effetti, il sorriso, i giochi e la fantasia hanno fatto e fanno parte di me e del mio lavoro.
I bambini sono degli esseri unici e speciali, sono in grado di far “rifiorire il fanciullo” che è in noi.
Ma andiamo a vedere meglio di quali settori ci occupiamo
In base al profilo professionale – DM 741 del 1994 – il Fisioterapista viene definito come “l’operatore sanitario abilitato a svolgere in via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanitarie, attività di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori e di quelle viscerali conseguenti ad eventi patologici, a varia eziologia, congenita o acquisita”.
Dal profilo emergono quindi i differenti campi di azione e l’interesse verso la prevenzione oltre che verso la cura e la riabilitazione.
Per un Fisioterapista dell’area pediatrica è importante parlare oltre che di riabilitazione anche di “abilitazione”, proprio perché, avendo a che fare con i bambini, certe abilità e competenze, a differenza degli adulti, devono comparire per la prima volta.
Un altro aspetto da sottolineare nella nostra professione è sicuramente la forte la relazione che si crea con la famiglia.
Lavorare con i bambini, significa infatti rapportarsi in primis con le famiglie, perché genitori e bambini sono imprescindibili l’uno dall’altro e affinché si possa creare un rapporto terapeutico solido è necessario che si creino le basi per la fiducia e il rispetto reciproco.
L’approccio in cui credo fermamente è il “Family-centered intervention”, o “Approccio Centrato sulla Famiglia” (ACF) in cui, come dice il nome stesso, la famiglia viene riconosciuta e valorizzata come ESPERTA del proprio bambino, come l’intermediaria tra lui e il mondo esterno e come la principale influenza sul suo sviluppo.
Un approccio di questo genere è un DOVERE per noi operatori e un DIRITTO per i nostri “clienti”, è indispensabile per creare un’alleanza, una PARTNERSHIP, ovvero una collaborazione alla pari tra famiglia e operatori, e per valorizzare, rinforzare il ruolo e le abilità dei genitori nell’affrontare i bisogni dei propri bambini.
Ecco che in base a questo approccio cambiano anche le prospettive.
Noi operatori non siamo più i protagonisti principali, ma al contrario diventiamo delle GUIDE, dei facilitatori, che aiutano i familiari a comprendere e sviluppare le proprie abilità, a partecipare in modo attivo al percorso scelto per il proprio bambino, nel rispetto del proprio stile individuale.
E questo quando, in quale percorso?
In OGNI tipo di percorso! Che si tratti di una consulenza sulla promozione dello sviluppo psicomotorio, o piuttosto di un percorso di baby massage, o ancora un percorso riabilitativo vero e proprio, per la buona riuscita è di fondamentale importanza mantenere ben a mente il ruolo e l’importanza dei genitori!
A cosa servirebbe 1 ora intensiva di fisioterapia se poi a casa i genitori non si sentissero in grado di stare al fianco dei propri bambini?
Il termine inglese EMPOWERMENT a mio avviso rende bene l’idea nel sottolineare proprio questa necessità di valorizzazione dei genitori!
E’ proprio l’ora che i professionisti scendano dalle cattedre, smettano di nascondersi dietro un camice e si mettano al pari dei “clienti” per raggiungere assieme dei grandi risultati.
MITI E PREGIUDIZI SULL’ ACF | REALTA’ DEI FATTI SULL’ACF |
“Nell’approccio ACF i genitori decidono ed ottengono tutto ciò che vogliono, mentre gli operatori devono rinunciare al loro giudizio personale” | “ACF significa collaborazione tra famiglie ed operatori, condivisione delle soluzioni, nel rispetto dei bisogni, delle risorse e delle limitazioni da entrambe le parti” |
“Nell’approccio ACF le famiglie vengono obbligate ad un coinvolgimento, a delle responsabilità e decisioni che non vogliono prendere” | “Ogni famiglia è libera di scegliere il proprio livello di partecipazione, potendo contare sul supporto e l’incoraggiamento da parte dell’operatore” |
“ L’approccio ACF è ormai diffuso in tutti i servizi di Riabilitazione” | “Magari fosse così! E comunque è sempre importante valutare l’effettiva qualità in base ad una valutazione periodica del grado di soddisfazione delle famiglie” |
Valentina Torelli
Bibliografia e sitografia di riferimento:
– CHANCHILD CENTRE – www.canchild.ca
– “Dispense Master Specializzazione in Fisioterapia Pediatrica” – Corso “Core Competence” – a cura di Dott.ssa Ft Adrienne Davidson
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