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VIAGGIO NEL MISTERO ALLA VILLA DI CORLIANO TRA FRANKESTEIN E IL FANTASMA DI TERESA

La Villa di Corliano, nella provincia di Pisa, dimora storica del XV secolo, molto conosciuta in Italia e all’estero, da qualche anno è una struttura ricettiva di lusso che ospita eventi. Abbiamo saputo che questa bellissima Villa è conosciuta anche per un fantasma che si nasconde al suo interno…  il fantasma di Teresa, antenata degli attuali proprietari i conti Agostini Venerosi della Seta, vissuta nel 1700, che ancora oggi sarebbe loro ospite.

                             

© Villa di Corliano

La villa già a inizio ottocento era meta di molti turisti tra i quali anche Mary Shelley, nata Godwin, che si ipotizza abbia preso spunto per il suo manoscritto più famoso, “Frankestein”, proprio dopo il suo soggiorno alla Villa… impossibile resistere alla desiderio di conoscere tutti i particolari, lasciamo la parola al proprietario Agostino Agostini Venerosi della Seta:

Ipotesi su Frank the Stone (Franken Stein in tedesco)

La Villa di Corliano è riconosciuta come una delle più prestigiose ville rinascimentali della Toscana. Il fiorentino Vincenzo di Luca Pitti la descriveva come “il più bel Palazzo che sia intorno Pisa” nel 1616.  Ad inizio ottocento, la villa fu meta di molti turisti tra cui Mary Shelley, nata Godwin, che si ipotizza abbia preso spunto per il suo manoscritto più famoso, “Frankestein”, proprio da alcuni esperimenti di “galvanismo”, che erano effettuali nella Coffeehouse del Parco di Corliano. A realizzarli il chirurgo pisano Francesco Vaccà Berlinghieri, soprannominato Frank the Stone (Francesco La Pietra), che tradotto in tedesco sarebbe proprio Franken (Francesco) Stein (Pietra).

©Villa di Corliano – La Coffehouse (1897) dove erano realizzati gli esperimenti di galvanismo

A Pisa erano noti gli esperimenti del medico Eusebio Valli – allievo di Francesco Vaccà Berlinghieri – che, laureato a Pisa nel 1783, seguì le orme di Luigi Galvani e Alessandro Volta studiando la bioelettricità o elettricità animale. Nel 1793 diede alle stampe un volume di 300 pagine intitolato “Esperimenti sull’elettricità animale” che all’epoca costituì la più organica analisi del Galvanismo, tenendo conferenze sull’argomento in tutta Europa. Mary visiterà la villa di Corliano nel maggio 1818 in occasione del suo soggiorno a Livorno. Ed ancora abiterà a San Giuliano Terme nell’ottobre del 1820.

 

La suggestiva ipotesi sul FrankenStein toscano nasce dalle lettere inviate a Mary Shelley, nata Godwin Wollstonecraft (1797-1851), da Henry Reveley (1788-1875), studente nel collegio medico a Pisa, figlio di Mary James Reveley (1770-1836), che aveva allattato e accudito Mary Godwin: Henry era il “fratello di latte” di Mary, orfana alla nascita della madre Mary Wollstonecraft.

Henry Reveley studiò alla Università di Pisa fin dal 1799 dove si laureò architetto insieme ai fratelli Castinelli (poi progettisti del Tempio di Montefoscoli, costruito dal figlio di Francesco, Andrea Vacca’ Berlinghieri), nonostante frequentasse il collegio medico e il Circolo Pisano di Filippo Mazzei (detto Phil the Gardener) nella ghiacciaia del caffè dell’Ussero, insieme al chirurgo Francesco Vacca’ Berlinghieri (detto Frank the Stone, Franken Stein in tedesco) e a molti altri.

©Villa di Corliano – Progetto del 1755 di Ignazio Pellegrini (1715-1790), architetto della Corte Granducale.

 

Frank the Stone (Franken Stein) relazionava il Circolo pisano e Henry Reveley degli esperimenti condotti insieme a Eusebio Valli nella sua villa di Orzignano “(…) circa la famosa questione se si possa sperare di scoprire un metodo, o una materia, che abbia valore di prolungare la vita” e descriveva “(…) un ingegnoso metodo pubblicato ultimamente dal mio valoroso scolaro dottor Eusebio Valli che possa prolungare la vita”. (Da Francesco Vaccà Berlinghieri, Idee di fisiologia medica, Pisa, 1801).

 

 

Sembra da studi recenti che una delle intuizioni di Frank the Stone, e del suo allievo Eusebio Valli, fosse la cosiddetta «membrana magica» (oggi definita scientificamente da Bruce Lipton), legata alla capacità dei tessuti umani di comportarsi un po’ come «il diavoletto di Maxwell», il personaggio fantastico immaginato dalla mente fertile dello scienziato inglese James Clerk Maxwell (1831-1879).

Incredibilmente la “membrana magica” intuita da Frank the Stone (FrankenStein) è stata recentemente alla base di una sperimentazione scientifica dalla società BioQuark di Filadelfia.

 

©Villa di Corliano – Mappa del Parco di Corliano anno 1746

             

 

 

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